Sento il convinto dovere di ricordare mio padre Tullio Passarelli, sia come uomo che come architetto.
Egli è stato l’iniziatore dell’attività che oggi, dopo cento anni, presentiamo, ed ha costituito il nostro punto di riferimento.
E’ interessante notare (quale confronto con il nostro tempo) che, laureatosi nel 1893, dopo un periodo passato presso lo Studio di Gaetano Koch, e iniziata la professione, a poco più di trent’anni, progettava e realizzava, tra l’altro, la Basilica di Santa Teresa al Corso d’Italia: un’opera di grande portata sia architettonica che dimensionale.
Con mio Padre vi era una notevole differenza di età: oltre cinquant’anni. Sin da ragazzo, vedevo, vivevo un’atmosfera professionale, anche perché i miei due fratelli maggiori, Vincenzo e Fausto, più vicini a me ma molto più grandi, già lavoravano nello Studio.
Tuttavia, la morte di mio Padre ha coinciso con i miei primi anni dell’Università e il periodo della guerra. Non ho quindi, purtroppo, potuto o saputo avere, sufficienti diretti contatti con lui nel campo dell’architettura e della sua lunga vita professionale e culturale. I miei fratelli sarebbero certo più in grado di contribuire alla biografia, ma sono scomparsi nell’ 85 e nel ’98.
Ci dobbiamo, o dovremo, allora affidarci alla tradizione verbale e alla memoria di seconde o terze generazioni. Con interesse pari alla difficoltà, in un mondo che conosce oggi, ben altri mezzi per comunicare e ricordare.
La caratteristica principale del nostro lavoro è consistita in ciò che definirei il rapporto qualità-quantità.
Mi spiego. Vi sono Studi che hanno eseguito meno opere; ma tutte, o quasi tutte, di altissimo livello. Ve ne sono altri che, invece, con una produzione anche maggiore, obiettivamente rappresentano una qualità decisamente modesta.
La nostra struttura presenta un numero limitato di opere di eccellenza; ma un numero ancora più limitato di progetti non validi. Si caratterizza invece per una notevole produzione di progetti di buon livello, superiore al medio, che costituiscono una solida base di valida espressione. Si può notare, tra l'altro, come siano state realizzate circa il 75% delle opere progettate.
Ricordo come, su Casabella del 1963 n. 279 Carlo Aymonino, in una lunga trattazione su Roma, volle accostare, fin dai titoli, il ruolo dello Studio all'importanza dell'edilizia pubblica e delle grandi opere, per la Capitale
Via via, inizia ad intervenire una successiva generazione, che assume un ruolo nella crescente gestione delle operazioni.
In particolare Tullio Leonori, Maria Passarelli, Tullio Passarelli jr., divengono associati nel 1990. L'attività degli ultimi quindici anni risulta pertanto integrata dalla loro attiva presenza, sia nel campo progettuale che operativo, e costituisce una caratteristica di continuità qualitativa, chiaramente rilevabile nei lavori del periodo recente.
Sottolineo infine la caratteristica che costituisce un punto fisso nell'impostare la progettazione ed alla quale abbiamo cercato, per quanto possibile di attenersi. Partire con un'idea forte, chiara, espressiva, tale da poter subire, nel corso dello sviluppo, sia nella fase di progetto, che in quella realizzativa, le inevitabili prevedibili e, soprattutto, imprevedibili varianti che, in alcuni casi potranno anche risultare migliorative ma, generalmente, influenzare negativamente un'opera.
I feel obliged to remember my father, Tullio Passarelli, as a man and an architect.
He is both the founder of the firm that, after 100 years, is presented in this book, and our point of reference.
It is interesting to observe (in comparison with the present) how, after graduating in 1893 and following an apprenticeship in the Office of Gaetano Koch, he began his professional career at little more than thirty years of age, designing and building, amongst other things the Basilica of Santa Teresa on Corso d'Italia: a work of great importance, both architecturally and in terms of its scale.
There is a significant age gap between my father and myself: over fifty years. From my earliest years I observed and inhabited a professional environment, also as a result of the fact that my two brothers, Vincenzo and Fausto, closer to my age yet still much older, already worked in the Office.
My father's death coincided with my first years in University and the period of the Second World War. Unfortunately I was not able, nor did I understand how to enjoy a sufficient and direct contact with my father and the world of architecture, where I could have benefited from his lengthy professional and cultural experiences. Prior to their deaths in 1985 and 1998, my brothers would certainly have been much more capable of contributing to this biography.
We must, or at least we should entrust ourselves to the oral traditions and memories of the second and third generations. Our interest is equal to the challenges of a world that uses completely different methods to communicate and remember.
The principle characteristic of our work consisted in that which I would call the relationship between quality and quantity.
Let me explain. There are offices that have built less, but all, or at least almost all, at the highest standards. There are others, instead, who boast a greater level of production that is objectively represented by a decisively modest level of quality.
Our structure has produced a limited number of excellent works, and an even more limited number of projects that could be referred to as being not valid from an architectural point of view. Instead, our work is characterised by a notable level of good quality production that is clearly above average and which represents a solid base of valid expression. In addition it is possible to notice that the built average of the designs is 75%.
I recall a lengthy essay on Rome by Carlo Aymonino, published in Casabella n. 279 from 1963, in which he was determined to unite, from his opening remarks onwards, the role of our Office with the importance of public housing and large projects for the Capital city.
This period is followed by the gradual introduction of the next generation, which assumes its own role in the growing management of the office.
Tullio Leonori, Maria Passarelli and Tullio Passarelli Jr, were made associates in 1990. The activities of the last 15 years are marked by their active presence, both in the field of design and the management of the office, representing that qualitative continuity that is clearly visible in the office's more recent projects.
Finally, I would like to underline a characteristic that represents a fixed point in the structuring of the design process, and to which we have sought, as much as possible, to adhere. To begin with an idea that is clear, strong and expressive enough to survive, throughout its development at the design and construction stage, as well as the inevitable - though imaginable and, above all, the unimaginable - changes that, in some cases, may even lead to improvement, even though their influence upon a work is generally negative.