Nel momento in cui ci si appresta ad approfondire l'esame critico di un'architettura come l'edificio polifunzionale in via Campania, vale la pena di chiedersi quale sia la cultura che riesce a esprimere e il retroterra manifestato dal sapere di quegli anni.
L'opera rappresenta - sia a Roma sia più in generale nel nostro Paese - un'architettura unica e davvero particolare.
Per il sicuro ingegno manifestato nella progettazione e la qualità espressa nella realizzazione. Perché densa di significati, che proveremo a svelare, e tale da comparire, anche ai critici più lontani e riottosi, come un indubbio capolavoro, in altre parole una costruzione capace di restare bene impressa nella memoria e di caratterizzare in termini alti lo spirito del tempo.
Del resto, come afferma il progettista stesso, un bravo architetto è colui che riesce a sentire fortemente e a interpretare concretamente il clima del tempo in cui vive.
L'edificio viene realizzato alla metà degli anni Sessanta e si manifesta, fin dal primo sguardo, come un'espressione ricca, complessa e articolata, in grado di assorbire e proporre una sintesi profonda e rappresentativa dei fermenti più innovativi del momento. |